La notizia recente riguarda proprio Amazon: dipendenti in ufficio cinque giorni a settimana “per migliorare l’efficienza e semplificare i processi decisionali”. È un’inversione di rotta che avrà ripercussioni anche in altre grandi aziende?

L’eccesso di riunioni sta infatti alienando il lavoro da remoto come era prevedibile del resto. Molte di queste riunioni hanno una funzione più di controllo (vedi foto) che di coinvolgimento di chi non è presente in ufficio. Vediamo perché:

  • Negli ultimi anni, il #lavorodaremoto, spesso definito in Italia come “smart working”, con la pandemia (non scordiamocelo) ha guadagnato terreno, trasformando (solo per quel periodo?) il nostro modo di operare.
    Alcuni aspetti di questa modalità stanno iniziando a mostrare segni di cedimento (vedi Amazon).
  • L’eccesso di riunioni virtuali su piattaforme come Teams, Zoom e Meet, che sta lentamente erodendo l’appeal del #lavorodacasa: secondo #Atlassian, infatti, le riunioni settimanali sono cresciute del 153%.
    Ma il dato più allarmante? Il 72% di esse è inefficace.
    Questo crea un loop di discussioni senza decisioni, togliendo tempo e focus dai veri obiettivi aziendali.

Qual è una possibile soluzione #Agile per contrastare questa sindrome di “riunionite”?

  • Promuovere l’adozione di una cultura di lavoro “collaborativa” e “asincrona”, che supporti anche l’eventuale adozione del #LavoroIbrido (es.: solo due giorni alla settimana di lavoro da casa), utilizzando strumenti di condivisione di file e commenti oppure con piattaforme avanzate che includono video e AI come Loom (di Atlassian) o #GitHub.
  • Questo tipo di strumenti consentono alle persone di lavorare in modo più flessibile, risparmiando tempo e riducendo lo #stress delle riunioni frequenti e inefficaci.

Così facendo, le riunioni si riducono, e i team possono concentrarsi sul problem solving, sui task più critici, ecc. mantenendo alta la BusinessAgility dall’Azienda.