Che lo Smart-Working, detto anche Lavoro Agile, sia per le imprese un buon «vaccino» contro il coronavirus in questi giorni lo dicono tutti. Citando un articolo comparso oggi su 24+ (fonte Il Sole 24 Ore) lo Smart-Working è la ciambella di salvataggio di tante piccole aziende per evitare la chiusura e il crollo degli affari, è lo scudo per non perdere la produttività.

Più sicurezza e più produttività? E’ possibile

Che uno Smart-Working ben gestito possa essere persino più produttivo del lavoro tradizionale lo affermano fonti autorevoli ormai da anni e basandosi non su teorie sociologiche ma sul confronto tra casi reali di aziende che hanno messo in pratica lo Smart-Working e aziende che sono rimaste legate alla formula «tempo produttivo = tempo trascorso in ufficio».

Questo ci consente di fissare un punto molto importante: uno sforzo fatto adesso per portare lo Smart Working in azienda non è fine a se stesso, non è destinato a finire nel cestino una volta terminata l’emergenza, ma resterà un patrimonio aziendale destinato ad acquisire ancora maggior valore quando, tornata la normalità, si potranno rimodulare le misure adottate in emergenza in modo da trovare la formula più produttiva per la propria azienda.

I due fattori chiave dello Smart-Working sono la tecnologia e le persone.

Fare interventi d’urgenza su infrastrutture tecnologiche attualmente poco smart può non essere facile ma, com’è naturale, in questo periodo gli sforzi delle aziende specializzate si sono moltiplicati e sono già disponibili diverse soluzioni in grado di «emulare» o di «sovrapporre» una struttura smart all’esistente senza modificarlo. Per le persone il discorso è più complesso perché si tratta di intervenire su quella parte di «intangibile aziendale» che sta nelle relazioni, negli equilibri di potere, nella percezione della gerarchia.

Tutti ormai sanno che nello Smart-Working il lavoro non è un insieme di compiti da assegnare e controllare ma (come primissimo livello qualitativo) una serie di obiettivi da condividere e raggiungere insieme. Non è un cambio di paradigma facile. Soprattutto non è un cambiamento che si improvvisa o che l’azienda possa sperare di realizzare in autonomia senza l’aiuto di persone qualificate che siano al tempo stesso esperte ed esterne alle dinamiche aziendali da modificare.

Da ancora di salvezza a investimento sul futuro

Lo Smart-Working in questo momento, non solo è un’ancora di salvezza e un buon investimento per il futuro ma è anche conveniente, perché le misure a sostegno del periodo di emergenza alleggeriscono di molto la burocrazia da espletare, pur garantendo sia all’azienda che ai lavoratori tutte le tutele e gli strumenti previsti dalla norma di riferimento (legge 81 del 2017).

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