Will working from home mean the end of cities? | Centre for Cities

Nella fase di emergenza Covid e con il lockdown c’è stata sicuramente una sperimentazione che ha accelerato il cambiamento organizzativo nella direzione dello Smart Working. Va detto però che quello che si è sperimentato è stato il “Remote Working” e non lo “Smart Working”.
Possiamo distinguere l’evoluzione dello Smart Working in queste quattro fasi che prevedono quattro diverse Culture Organizzative:

a) Remote Working:
La Cultura Organizzativa rimane la stessa, l’Azienda e il collaboratore potrebbero vedere il Remote Working come un fatto temporaneo e determinato dall’emergenza sanitaria… per poi tornare in gran parte alle consuetudini precedenti

b) Flexible Working:
L’Azienda sperimenta formule di welfare e di conciliazione vita-lavoro: è più inclusiva e attenta alle esigenze dei collaboratori.
Con il Flexible Working la Cultura Organizzativa tende a adeguarsi a una maggiore flessibilità ma senza cambiare strutturalmente i processi lavorativi.

c) Smart Working:
Cambia la Cultura Organizzativa, si va verso la massima sburocratizzazione, si rivedono i processi nella dimensione della Digital Transformation.
Si lavora per obiettivi e c’è un’enfasi sull’autonomia del collaboratore. Cambiano i paradigmi collaborativi: devono essere inclusivi sempre delle persone che non sono presenti nella postazione lavorativa. Si considera smart il lavoro, sempre anche non in presenza di lavoro da casa.

d) Agile Working:
Rispetto allo Smart Working la Cultura Organizzativa è centrata sul team e non sul singolo.
È il team che garantisce il funzionamento: flessibile, smart e agile del Lavoro in virtual Team con regole e processi che consentono di ottenere il massimo coinvolgimento dei collaboratori.