imageNel lavoro in team spesso riscontro dinamiche noi-loro (gli altri, l’azienda, ecc.), che tolgono molte energie e focus agli obiettivi del team. Un problema di commitment aziendale (“tutti quei comportamenti di impegno, motivazione, senso del dovere, di appartenenza e di responsabilità degli individui nei confronti della propria azienda, quindi un’identificazione forte con l’organizzazione e i suoi obiettivi”) che può essere insufficiente, vago, disallineato… è sicuramente un elemento causativo determinante.

Il triangolo disfunzionale o meglio: il “triangolo drammatico” di Stephen Karpman, insieme con l’Analisi Transazionale ci aiutano ad individuare delle dinamiche che possono nel rapporto team-Azienda e che possono insinuarsi anche all’interno delle discussioni del team.
Tringolo Drammatico_thumb[1][1]Come tutti gli schemi, anche il “triangolo drammatico”  è una mappa semplificativa delle dinamiche relazionali. Si comprende meglio se si evita di identificarci con uno di questi tre ruoli: tutti noi, anche in una semplice discussione, cadiamo in tutti e tre questi ruoli, sia per nostra iniziativa (inconsapevole…) e sia per i cambi di posizione degli altri.
Quello che posso aggiungere, dalla mia esperienza, è che nella dinamica relazionale noi/team gli altri/l’azienda, molto spesso alcuni componenti del team e delle volte l’intero team cade nella trappola di identificarsi nel ruolo della vittima (team=vittima) proiettando nell’azienda il ruolo di carnefice (azienda=carnefice). E’ evidente che la mia presenza di team coach rischi di essere identificato con il ruolo di salvatore (coach=salvatore).

Come uscirne? Intanto con la consapevolezza del gioco relazionale che si è creato. Se non siamo consapevoli di questi ruoli, degli schemi e dei copioni che recitiamo, questi continueranno a esercitare una forza gravitazionale troppo forte, non riusciremo a sfuggirne e continueranno a condizionarci negativamente. Ricordiamo che il ruolo di salvatore pensa di riuscire a cambiare gli altri e cerea dipendenza!
Poi occorre applicare le competenze di coaching soprattutto:
– Creare consapevolezza – Capacità di integrare e di valutare con precisione diverse fonti di informazione, e di fare interpretazioni che aiutino il cliente a ottenere consapevolezza e quindi raggiungere risultati prefissati
Gestire i progressi e le responsabilità – Capacità di mantenere l’attenzione su ciò che è importante per il cliente e di lasciargli la responsabilità di agire), portando il team a riflettere sulla sua area di comfort e sulle responsabilità che sta evitando con ruolo team=vittima.

Per un approfondimento vai all’articolo: Triangolo disfunzionale nelle relazioni di team

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Fonti elaborate da Leonardo Milan e tratte da: «Il triangolo drammatico» di Karpman; Analisi Transazionale